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Notte di San Lorenzo a Napoli: cosa fare in città nella notte di stelle cadenti, desideri e sogni

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“Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa” (Bob Marley)

Tra stelle cadenti, desideri e sogni la notte di San Lorenzo è tra le più attese dell’anno. C’è chi da inguaribile romantico la trascorrerà in coppia, chi un po’ cinico fingerà di non ricordarla ma poi finirà per dedicare anche solo uno sguardo al cielo stellato e chi la attende con ansia con il cuore colmo di speranza…

Le lacrime di San Lorenzo si potranno osservare ad occhio nudo ma ci sono anche dei gruppi che nella magnifica Partenope, avvalendosi di telescopi pubblici, si lasceranno incantare dalla scia delle Perseidi.

I luoghi ideali sono quelli più in alto: il Vesuvio, i Camaldoli, San Martino, Posillipo.

L‘Unione Astrofili Napoletani ha organizzato una serata al Lido Giallo di Varcaturo. Qui, con ingresso libero, sulla spiaggia si potrà ammirare lo spettacolo delle stelle nella Notte di San Lorenzo grazie anche ai telescopi presenti.

Tra gli altri eventi in programma, c’è anche la Notte di San Lorenzo sul Vesuvio, che proseguirà poi fino a venerdì 13 agosto. Il percorso inizierà in contrada Osservatorio 55 ad Ercolano, a partire dalle 18.45: da qui si andrà al Rifugio Imbò e poi si attraverserà Valle delle Ginestre, conosciuta anche come Valle dell’Inferno, lungo il monte Somma. Un percorso complessivo di 4,5 chilometri per 3 ore circa di cammino. Il prezzo del biglietto è di 20 euro per gli adulti, 10 per i bambini dai 10 ai 14 anni.

Anche il litorale flegreo è uno dei posti preferiti per godere della pioggia di Perseidi. Da Pozzuoli al Monte di Procida, passando per Bacoli e Baia, ci sono decine di spiagge dove guardare le stelle, su tutte il Lago D’Averno, le porte degli inferi per gli antichi greci, dove decine di persone si posizionano per passare la notte di San Lorenzo, sospesi tra cielo e leggenda.

Non lontano dal lago d’Averno, inoltre, c’è uno degli eventi più suggestivi per la notte di San Lorenzo, il Falò di San Lorenzo. Proposto e organizzato da Travelers and the City in collaborazione con Visit Naples, che al Nabilah nei pressi di Bacoli, offre uno degli eventi più suggestivi e magici dell’anno. L’evento richiama una delle più antiche tradizioni dei popoli che abitavano queste zone, ossia quella dell’accensione di un falò per propiziare la pioggia di meteore della costellazione di Perseo. Storia, leggenda, astronomia ed antichità si fondono così insieme da secoli in questa notte magica

La Notte di San Lorenzo è il nome dato dalla tradizione cattolica all’attraversamento dello sciame meteorico delle Perseidi alla Terra, che avviene in questo periodo dell’anno.

Secondo il calendario cattolico Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma, venne ucciso il 10 agosto del 258 d.C., in seguito all’editto dell’imperatore Valeriano che condannò a morte tutti i cristiani.

La tradizione cattolica paragonò poi tempo dopo le stelle cadenti che tutti gli anni in quei giorni cadevano alle “Lacrime di San Lorenzo”, e da allora ne presero il nome, andando a sostituire le tradizioni romane: anticamente infatti si riteneva che lo sciame meteorico fosse una pioggia di liquido seminale del dio Priapo, che con questo gesto fecondava i campi.

L’assonanza tra Lorenzo e la dea Acca Larenzia, che invece i romani festeggiavano il 10 agosto, fece sì che la “sostituzione” della credenza religiosa fosse per i cristiani più semplice, e lentamente la storia di San Lorenzo finì col sostituire quella di Priapo e di Acca Larenzia.

Ma perché si esprimono i desideri la notte di San Lorenzo? Fin dall’antichità si riteneva che il destino degli uomini fosse scritto nelle stelle. Stelle che potevano essere osservate nel cielo al momento della nascita di un bambino. Tuttavia, quando una stella cade ciò significa che il destino non è più scritto e quel bambino, divenuto uomo, può veder cambiato il proprio futuro. Per questo motivo, chi vede una stella cadente ha il diritto di esprimere un desiderio riguardo il proprio futuro. La speranza è che la “caduta” di quella stella possa dare la possibilità di cambiare il proprio destino e realizzare un sogno.

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Napoli, cagnolina scuoiata viva da due uomini e abbandonata in uno scasso: è stata adottata

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una cagnolina ritrovata alcuni giorni fa in uno scasso a Poggioreale, mentre versava in gravi condizioni a seguito di un’aggressione subita.

Infatti due uomini l’hanno scuoiata viva e abbandonata al suo destino. Per fortuna Stella Gervasio, presidente dell’associazione ‘Animal Day’ l’ha adottata, dopo che la cagnolina è stata sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.

A tal proposito ecco il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Ora bisogna trovare i criminali che l’hanno seviziata. Secondo le testimonianze si tratta di due adulti che parlano un dialetto campano e hanno inferto queste atrocità sulla cagnetta con estrema perizia e accuratezza. Vanno trovati ed assicurati alla giustizia”.

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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco: “Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro”

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In occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è tornato su questo delicato tema che sta tenendo banco nelle ultime settimane. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza. A livello istituzionale urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Per questo bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Poi, prosegue: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.

Poi, il Pontefice ha ricordato che “in passato non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Quindi il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. E allora le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi”.

Infine, ha concluso dicendo: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto. Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni. Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni. Per favore non dimenticare i nonni, i nonni soli, i nonni scartati, questo è un suicidio culturale, abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

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Stati Generali della Natalità, la ministra Roccella contestata da alcuni studenti. Meloni: “Sono molto dispiaciuta, solidarietà al ministro”

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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata agli Stati Generali della Natalità, poiché una volta presa parola la platea ha iniziato ad esporre cartelli che formavano la scritta “Decido io”, con chiaro riferimento alle recenti dichiarazioni della ministra sull’aborto.

In particolare a contestare la Roccella è stato un gruppo di studenti, con la ministra che ha così risposto ai fischi e alle proteste provenienti dalla platea:

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Tuttavia la contestazione è proseguita e sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha così commentato mentre lasciava il Senato:

“Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

Poi è stata la stessa Roccella a tornare sull’argomento con un post su Facebook:

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”.

Poi, prosegue: “Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”.

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